giovedì 30 maggio 2013

.


Un disordine
imbattibile superiore
arruffa le mie fondamenta.
Terremoto leggero
del sangue che da sotto
comanda le libertà.
Mormora molto piano
una forza sottostante. Una
pendente forza al centro.

Vorrei raccogliermi.
Ricomporre la sagoma interiore
dell'infanzia e ancorarla lì
nella purezza dei poveri.





*





Sii dolce con me. Sii gentile.
E' breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell'umano. Come ora ne
abbiamo dell'infinità.
Ma non  avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.

Una nostalgia d'imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell'opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d'acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il tuo mio ardore d'essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci -
questo essere corpi scelti
per l'incastro dei compagni
d'amore.





*


Ringraziare…

Ringraziare desidero il divino 
per la diversità delle creature
che compongono questo singolare universo,
per la ragione, 
che non cesserà di sognare
un qualche disegno del labirinto
e l'uccello leggero che vola oltre, più in alto, più su.

Ringraziare desidero per l’amore,
che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità,
per il pane e il sale,
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede.

Ringraziare desidero
per l’arte dell’amicizia,
per l’ultima giornata di Socrate,
per le parole che in un crepuscolo furono dette
da una croce all’altra,
per i fiumi segreti e immemorabili
che convergono in noi,
per il mare, che è un deserto risplendente
e una cifra di cose che non sappiamo
per il prisma di cristallo e il peso di ottone,
per le strisce della tigre,
per l’odore medicinale degli eucaliptus,
e la speranza, la fiducia, la lavanda.

Ringraziare desidero
per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
per l’oblio, che annulla o modifica il passato,
per la consuetudine,
che ci ripete e ci conferma come uno specchio,
per il mattino, che ci procura l’illusione di un inizio,
per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,
per il coraggio e la felicità degli altri,
per la patria, sentita nei gelsomini
per lo splendore del fuoco
che nessun umano può guardare senza uno stupore antico
e per il mare che è il più dolce fra tutti gli dei.

Ringraziare desidero perchè
sono tornate le lucciole,
le nuvole disegnano,
le albe spargono brillanti nei prati,
e per noi
per quando siamo ardenti e leggeri
per quando siamo allegri e grati.

Io ringraziare desidero per la bellezza delle parole, natura astratta di dio
per la lettura e la scrittura, che ci fanno sfiorare noi stessi e gli altri
per la quiete della casa,
per i bambini che sono nostre divinità domestiche
per l'anima, perchè consola il mio girovagare errante,
per il respiro che è un bene immenso,
per il fatto di avere una sorella.

Io ringraziare desidero
per tutti quelli che sono piccoli liberi e limpidi
per le facce del mondo che sono varie
per quando la notte si dorme abbracciati
per quando siamo attenti e innamorati, fragili e confusi,
cercatori indecisi.

Ringrazio dunque
per i nostri maestri immensi
per tutti i baci d'amore,
e per l'amore che ci rende impavidi.
Per i nostri morti che fanno della morte un luogo abitato,
e per i nostri vivi, che rendono la vita uno specchio fatato.
Per i figli,
col futuro negli occhi,
perchè su questa terra esiste la musica,
per la mano destra e la mano sinistra, e il loro intimo accordo
per i gatti per i cani esseri fraterni carichi di mistero,
per il silenzio che è la lezione più grande
per il sole, nostro antenato.

Ringraziare desidero
per Whitman, Presti e Francesco d’Assisi, 
che scrissero già questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e si confonde con la somma delle creature
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini.

Ringraziare desidero
per i minuti che precedono il sonno,
per il sonno e la morte,
quei due tesori occulti,
per gli intimi doni che non elenco,
per la gran potenza d'antico amor
per amor che muove il sole e l'altre stelle
e muove tutto, in noi....





*


Un certo giorno stretto fra gli altri ho visto un fondo
pesante. Sul pesante ho dormito come potevo, fra goc-
ce e un buio col fazzoletto bagnato e pezzetti di un-
ghie. Volevo andare alto, come nel sogno quando si
corre a quattro zampe. Volevo il mio riposo e le paro-
le giuste. Un giorno senza erbe, senza il chiaro delle
superfici, sono andata sul sul fondo pesante come i vecchi
cattivi o la donna diavolo sulle panchine di viale Car-
ducci. E piangeva per me, per una delle cinque o sei 
cose che fanno piangere. 
























                                                                               MARIANGELA GUALTIERI

                                                                                   

.

mercoledì 29 maggio 2013

.


Tutto si
concentrò sul
limone, un
limone nella sua
gialla
espressione




*




Ancora fresco
d'alba abbaglia,
buongiorno
popolo di ogni
foglia





*



Esercizio,
tenersi anche a
niente












                                                                               Giampaolo De Pietro


                                                                                " La Foglia è due metà "

                                                                                   buonesiepi libri 

martedì 28 maggio 2013

.


Filosofia della consolazione


Leggo
che la pienezza è la scomparsa della mancanza
e che solo è felice
chi ha già perso ogni speranza.
Quelli che scrivono così
non possono capire che dalla ferita
che duole e puzza nascano api bionde
e che il loro miele
sia la poca luce che ci illumina.
Loro,
padroni della loro circonferenza conquistata,
non sanno
che infeconda è la pace dove non vivi.







                                                                         Piedad Bonnett
                                                                         
                                                                          " Fuoco  Fatuo "
                                                                           ed. Forme Libere




.