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mar comune
tutto bene -
che si muove
che ci porta vivi o morti -
il sale fino
alla sorte -
le onde da qualche parte vogliono arrivare -
mareggiarsi -
e su qualcosa ammortare.
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"Il terrore di una linea retta nel momento in cui si rende conto di essere stata tracciata verso l'infinito." Charles Simic
venerdì 27 febbraio 2015
mercoledì 25 febbraio 2015
martedì 24 febbraio 2015
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non aveva più vermi
da mettere all'Amo -
ho lo stomaco e la testa pieni di vermi -
e un Amo dentro la bocca -
interno guancia -
qualcosa di estraneo a me
e caro -
più della specie a cui appartengo -
più dei fondali dove uno
per quanto muto possa essere
sente il proprio respiro -
un Amo estroso
per cui andare esotica -
avere l'occhio vivo e lucido -
essere passata dal bicchiere
alla boccia
al secchio
alla vasca
alla fogna
al fiume
al mare
alla preistoria.
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non aveva più vermi
da mettere all'Amo -
ho lo stomaco e la testa pieni di vermi -
e un Amo dentro la bocca -
interno guancia -
qualcosa di estraneo a me
e caro -
più della specie a cui appartengo -
più dei fondali dove uno
per quanto muto possa essere
sente il proprio respiro -
un Amo estroso
per cui andare esotica -
avere l'occhio vivo e lucido -
essere passata dal bicchiere
alla boccia
al secchio
alla vasca
alla fogna
al fiume
al mare
alla preistoria.
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Librobreve: Poesie inedite di Saragei Antonini
Librobreve: Poesie inedite di Saragei Antonini: "al cor gentil ratto s'apprende" è il titolo dello spazio che Librobreve dedica alle poesie inedite. Qui si ospitano test...
Ringrazio Alberto Cellotto per avermi ospitato!
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Ringrazio Alberto Cellotto per avermi ospitato!
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domenica 22 febbraio 2015
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ringrazio Giampaolo De Pietro per avermelo fatto scoprire -
sentire -
https://vimeo.com/116490859
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ringrazio Giampaolo De Pietro per avermelo fatto scoprire -
sentire -
https://vimeo.com/116490859
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venerdì 20 febbraio 2015
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l'inverno ha lo sguardo fisso -
di notte nel letto mi volto
per vedere se c'è -
e c'è -
ci lega un filo d'erba -
un filo spinato di voce -
il filo elettrico di un amore -
un filo d'acqua per bagnarsi le labbra
e le dita quando si bruciano -
il filo di cotone che scucio
quando non è contento
e si deve vedere attraverso l'ago.
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l'inverno ha lo sguardo fisso -
di notte nel letto mi volto
per vedere se c'è -
e c'è -
ci lega un filo d'erba -
un filo spinato di voce -
il filo elettrico di un amore -
un filo d'acqua per bagnarsi le labbra
e le dita quando si bruciano -
il filo di cotone che scucio
quando non è contento
e si deve vedere attraverso l'ago.
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giovedì 19 febbraio 2015
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la lingua madre della pioggia
è l'acqua -
poi
ha imparato il cielo -
la pronuncia senza fiato della caduta -
le case
con tutti i loro dialetti -
sa gli accenti del vento
e che nelle pozzanghere si può alloggiare -
sa fare bel viso a cattivo tempo -
il mio - il tuo -
tenere un discorso su Aprile -
la sua mai finita esperienza
con i sordomuti.
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la lingua madre della pioggia
è l'acqua -
poi
ha imparato il cielo -
la pronuncia senza fiato della caduta -
le case
con tutti i loro dialetti -
sa gli accenti del vento
e che nelle pozzanghere si può alloggiare -
sa fare bel viso a cattivo tempo -
il mio - il tuo -
tenere un discorso su Aprile -
la sua mai finita esperienza
con i sordomuti.
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mercoledì 18 febbraio 2015
martedì 17 febbraio 2015
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ma sì -
chiamiamolo brutto tempo -
piangono i vetri della finestra -
e la finestra non cambia espressione -
il cielo è tutto coperto -
e pensoso -
il vento si gira -
si rigira -
se si fermasse non sarebbe più lui -
l'albero fa cenno di no -
e no -
la finestra sola sa
l'abbraccio che le viene dato
quando le sue imposte si chiudono -
senza mai potersi toccare -
sola è una parola troppo piccola -
e finestra una parola in mezzo -
sì -
è un lampo -
e ancora sì -
il suo tuono -
è che ora possiamo solo cantare.
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ma sì -
chiamiamolo brutto tempo -
piangono i vetri della finestra -
e la finestra non cambia espressione -
il cielo è tutto coperto -
e pensoso -
il vento si gira -
si rigira -
se si fermasse non sarebbe più lui -
l'albero fa cenno di no -
e no -
la finestra sola sa
l'abbraccio che le viene dato
quando le sue imposte si chiudono -
senza mai potersi toccare -
sola è una parola troppo piccola -
e finestra una parola in mezzo -
sì -
è un lampo -
e ancora sì -
il suo tuono -
è che ora possiamo solo cantare.
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martedì 3 febbraio 2015
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La grammatica
Quando i bambini cominciano a parlare
non pronunciano frasi intere
ma singole parole ridicole e imperfette
però palla è palla gatto è gatto
ed è una cosa imparata che resta per sempre
a me di tutto l’italiano basterebbe poco
soltanto qualche vocabolo, ma da dire con quella sicurezza
come madre padre figlio
e la parola casa come una parentesi che chiude
la parola noi
*
Portarsi avanti con gli addii, pt. II
Il silenzio è la materia di cui sono fatti i tronchi degli alberi
i sassi
e spesso anche mia madre
è il pettirosso ucciso dal gatto
che si decompone nella terra del giardino
il silenzio cementa le malte dei muri
si stringe sui chiodi piantati
abiterà le stanze quando i nostri figli
saranno andati via
io e te quel silenzio
dovremo vuotarlo come un salvadanaio
per vedere se prima
lo avevamo riempito
*
Nostra Signora del Disordine
Stiamo sempre a riempire e vuotare scatole
spostare i vestiti negli armadi
portare qualcosa in soffitta o in cantina
così sembra di traslocare di continuo
anche se viviamo nella stessa casa
tu non sei mai soddisfatta e io
non capisco non ti capisco più
abitare non vuol dire
che gli oggetti hanno ognuno il giusto posto
piuttosto
che dovremmo averlo noi
*
Quello che posso insegnare
Intanto impara le cose semplici
non come ieri che hai attraversato
la strada senza guardare
per la paura poi ti ho abbracciato
gridando
hai spiegato che non si sentiva
il suono di nessun motore
intanto impara due cose semplici
le auto di domani saranno sempre più silenziose
e non è detto che chi ti sta aspettando
sia sempre qualcuno che ti vuole bene
FRANCESCO TOMADA
da
"Portarsi avanti con gli addii"
Raffaelli Editore
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La grammatica
Quando i bambini cominciano a parlare
non pronunciano frasi intere
ma singole parole ridicole e imperfette
però palla è palla gatto è gatto
ed è una cosa imparata che resta per sempre
a me di tutto l’italiano basterebbe poco
soltanto qualche vocabolo, ma da dire con quella sicurezza
come madre padre figlio
e la parola casa come una parentesi che chiude
la parola noi
*
Portarsi avanti con gli addii, pt. II
Il silenzio è la materia di cui sono fatti i tronchi degli alberi
i sassi
e spesso anche mia madre
è il pettirosso ucciso dal gatto
che si decompone nella terra del giardino
il silenzio cementa le malte dei muri
si stringe sui chiodi piantati
abiterà le stanze quando i nostri figli
saranno andati via
io e te quel silenzio
dovremo vuotarlo come un salvadanaio
per vedere se prima
lo avevamo riempito
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Nostra Signora del Disordine
Stiamo sempre a riempire e vuotare scatole
spostare i vestiti negli armadi
portare qualcosa in soffitta o in cantina
così sembra di traslocare di continuo
anche se viviamo nella stessa casa
tu non sei mai soddisfatta e io
non capisco non ti capisco più
abitare non vuol dire
che gli oggetti hanno ognuno il giusto posto
piuttosto
che dovremmo averlo noi
*
Quello che posso insegnare
Intanto impara le cose semplici
non come ieri che hai attraversato
la strada senza guardare
per la paura poi ti ho abbracciato
gridando
hai spiegato che non si sentiva
il suono di nessun motore
intanto impara due cose semplici
le auto di domani saranno sempre più silenziose
e non è detto che chi ti sta aspettando
sia sempre qualcuno che ti vuole bene
FRANCESCO TOMADA
da
"Portarsi avanti con gli addii"
Raffaelli Editore
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