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IV. O respiro
Sotto l'amato e celebrato petto
in silenzio, anzi in uggia venato alla cieca,
soffre, forse vive e lascia
vivere, passa scommesse,
qualcosa che si muove ma è invisibile,
e con che clamore come mai impedito
non riesco a scorgere neanche un'increspatura.
(Guarda il sottile volo di nove peli neri
quattro attorno a un capezzolo cinque attorno all'altro,
volano, è quasi intollerabile col tuo respiro).
Equivoco, ma quel che ci accomuna dev'esserci per forza,
quello per cui dobbiamo ammettere un equivalente,
qualcosa che mi permetta di trattare
e firmare una pace separata sottomessa
interiore anche se mai da pari a pari.
Elizabeth Bishop
MIRACOLO A COLAZIONE
Adelphi
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