"Il terrore di una linea retta nel momento in cui si rende conto di essere stata tracciata verso l'infinito." Charles Simic
domenica 10 novembre 2013
ti alzi
mi vesto
cerchi le scarpe
mi trucco un po'
rifai il letto
mi metto alla finestra
cerchi qualcosa
mi raccolgo i capelli
sei pronto
sono pronta.
*
ha un lungo collo la tristezza
e un piede piccolo -
magro e superstizioso
l'inverno apre un ombrello in casa.
*
meglio sbucciare un'arancia
lasciare la mente all'oscuro
il coltello con il suo manico
meglio non mangiare le foglie
risparmiare anche al cuore
questa mancanza di parole
questa voce alla vaniglia.
*
la cosa più vicina è spegnere la luce -
la cosa più confusa è l'anima -
non le viene affidato niente -
io faccio la spia con chi mi pare -
e spero la testa muoia di crepacuore -
i nervi non mi sono mai piaciuti
e la casa è piena -
i vizi poi studiano per diventare qualcosa -
io spero di leggere una di queste sere
ad alta voce -
mentre siamo tutti a tavola -
di vedere la testa pendere -
di fare tornare a tutti la saliva.
da " L'inverno apre un ombrello in casa "
casa editrice Prova d'Autore
.
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uào.
RispondiEliminasetteanelli.
uào.
La cruda tenerezza. La sua crudeltà, magnificamente poetica. Così ti leggo alle sette del mattino. Ricordando i tuoi capelli. Il luccichio delle sigarette fumate insieme. TuaDorabraciante.
RispondiEliminacosì naturale, come la bellezza
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